Dentro me

L’inverno incombe, cala il gelo e le foglie e tutto è giallo, rosso e arancio, lungo i viali e le soglie, il cielo è meno blu e scende la foschia. Si indossano i vestiti messi in disparte, assieme al freddo, coi piumini, sciarpe, giacche e coperte e si ritrovano cose scordate e non. E scendon giù i fiocchi che, dall’alto, fragili, poi imbiancano, rivestono le piazze, i monti e dentro scaldano. Intanto il buio se ne va

Lungo le vie del centro scorron distratte le attenzioni dei passanti che si sfiorano e cercano saldi e boutique, abiti lunghi e chic. A bordo strada c’è un signore che avanza, un po’ istrionico, ti guarda, alza la voce e ti parla per poi venderti castagne ed allegria. E volan su, dai tetti, le colonne grigie che riscaldano. Escon dai camini uniti e poi si espandono e dentro il buio se ne van.

Mi fermo ad osservarti dentro, bimbo, e poi ti cerco ancora un po’ come sei, guardandoti nel mondo poi, portandoti con me, dentro me, dentro me, dentro me.

Mi fermo ad osservare un quadro di Mirò, amo Leopardi, “Il Fu Mattia Pascal” e Wilde. Mi perdo nelle mostre, cerco Philippe Starck; in rete Liberskin, Gehry, Ando e Wright. E di Del Piero i goal e la traiettoria, pura poesia come i tramonti a Genova; guardandoli dal molo e sognando, poi, sempre noi, dentro me.

È per te, è per te che cerco i gesti, sento e non mi stanco mai, mi intenerisco a un bimbo che mi guarda e, poi… è per te, è per te. Guardo il mare, ascolto, chiudo gli occhi e poi, un faro scuote il cielo, spento attorno a noi, che nel tempo scorre e va. Forse perché, forse perché, spesso confondiamo i sogni e la realtà, dimentichiamo i gesti e le difficoltà fatte per trovare il nostro mondo in fondo all’anima. Solo che, ripensando ad una canzone chiusa in me, ti trovo lì  al tuo posto, fermo, e sempre sei…

Sei dentro me, dentro me, e nonostante i giorni e il fatto che ti annoi, ci seguirai in disparte, sorridendo, e, poi, ti cercherò e ci sarai dentro me, dentro me. E vedendoti presente, ancora poi, guarderò con i tuoi occhi le città che vedrai e seduto lì al mio fianco, laconico come non mai, salutandoti io ti dirò ciao.