Mi sembra solo ieri di aver messo via la tuta da sci, accantonato le ultime speranze di giocare a carte con gli amici davanti al camino, consolandomi all’idea di poter finalmente ricominciare ad indossare indumenti sempre più leggeri.
E invece siamo ancora qui. I tg fanno vedere le prime spruzzate di neve in montagna, il mio Mac riflette le luci di quell’albero di Natale che mia madre adora fare ogni anno, e le cui palline – tra le quali quelle disegnate all’asilo dalla mano acerba di mio fratello – mi fanno pensare a questi anni, a come il tempo sia volato in un attimo.
Siamo qui, pronti come non mai, dato l’anno trascorso, a stringerci con i propri cari, sperando di svagarci e ricaricare quelle pile che saranno fondamentali per affrontare quello che si prospetta essere uno degli anni più impegnativi degli ultimi tempi.
I mesi passano, le stagioni ruotano, e tutto sembra meravigliosamente incastrarsi in quella che è la perfezione della natura. Certo, qualcuno dirà che è alquanto opinabile definire impeccabile la presenza delle tante catastrofi che hanno caratterizzato la terra: terremoti, uragani e quegli ‘tsunami’, che adesso tanto vengono citati, ma per i finalisti tutto coincide con un disegno perfetto, che alla fin fine, dopotutto, ci ha portato fino a qui, in quello che non sarà il migliore dei mondi, ma sicuramente l’unico possibile.
E’ proprio questo esempio che possiamo quotidianamente osservare fuori dalla finestra che ci deve far sperare in una sorta di ciclicità. Dobbiamo aver fiducia nel fatto che questo momento si trasformerà – come ha descritto meravigliosamente Benigni al parlamento europeo – riportando la nostra nazione al posto che le compete. Noi che dalle situazioni di difficoltà abbiamo sempre tratto spunto per avverare la migliore delle ricrescite. Una specie di fenice che, nei secoli, non ha mai disatteso le aspetattive.
E dobbiamo crederci, perchè purtroppo non esistono altre valide e concrete alternative, almeno non sanguinarie o che prevedano una grande valigia e qualche lacrima per abbandonare la nostra amata terra.
Ed è proprio in questi momenti che le nostre passioni e l’arte più in generale – ma nell’accezione originale e più genuina del termine – possono aiutarci, regalandoci un’emozione, una consolazione, un sorriso, o più semplicemente una naturale percezione di benessere, data dal calore di poche note, che, scorrendo dentro di noi, ci fanno provare sensazioni, a volte sconosciute.
Per noi almeno vale così, e siamo stati felicissimi di aver condiviso la prima canzone, che rappresenta solo il primo di un lungo cammino che speriamo avrete il piacere di vivere con noi. Ancora più bello è stato sentire il calore e l’entusiasmo – sincero – con il quale ci avete accolto, e che non può che rappresentare motivo di impegno sempre maggiore per non disattendere le vostre e le nostre aspettative. Non vediamo l’ora di presentarvi le tante sorprese che abbiamo in serbo, che hanno però bisogno ancora di un po’ di tempo.
Il nostro sincero augurio è per un Natale il più sereno possibile con i vostri cari, e la speranza che il prossimo anno sia per voi ricco di entusiasmo.
Non vi auguriamo solo di ottenere ciò che sperate, perchè non sempre l’arrivare ai sogni porta a quello che ci si aspettava. Vi auguriamo di realizzare quello che volete fare – che magari cambierà anche col tempo – con il massimo dell’entusiasmo. Perchè sono le emozioni che si provano seguendo un qualcosa che ci rendono vivi. Sforzandoci al massimo per raggiungerlo, ma con passione, perchè è solo l’entusiasmo che fa crescere il mondo. Tutto il resto lo fa muovere, ma è solo con quello che possiamo arrivare a coronare qualsiasi obiettivo ci siamo prefissati.
Il massimo dell’entusiasmo, a ciascuno di voi, per un 2012 meraviglioso.
E oltre ad augurarlo ve lo promettiamo, affinchè le prossime realizzazioni siano sempre più vicine a quelli che sono i nostri di obiettivi.
E se veramente avranno ragione i Maya, vorrà dire che avremo un qualcosa di veramente buono da ascoltare, mentre magari ci godremo un sigaro cubano sorseggiando del buon bianco, guardando il cielo ed accettando la perfezione della natura.